di Valsaviore

OPUSCOLO PIETRE D'INCIAMPO - CEVO 2020

Quando pensiamo alle funzioni indispensabili alla sopravvivenza di ogni organismo ci vengono in mente elementi di natura puramente biologica: cibo, acqua, aria. È un dato di realtà. Ma al tempo stesso ogni essere vivente per poter esistere deve fare i conti un aspetto immateriale: la memoria. Non ci credete? Provate a pensare se domattina, svegliandovi, vi ritrovaste senza memoria. Il problema non sarebbe solo quello di indovinare chi siete e dove siete: si tratterebbe anche di dover capire tutto da capo: cosa è buono e cosa è cattivo, cosa si può mangiare e cosa no, come si parla, cosa sono la neve, la pioggia, le ortiche.
Ogni organismo vivente riesce a sopravvivere perché impara: dagli altri ma ancora di più dalle proprie esperienze e dai propri errori. Chi non impara non cresce. Infatti ogni organismo vivente è costruito per crescere e cresci solo nella misura in cui cambi e incontri il nuovo. La nostra natura è talmente orientata a cresce da essersi inventata un meccanismo di difesa per certi versi rischioso: se tenessimo a mente tutto, specialmente le esperienze più dolorose, probabilmente avremmo tanta paura di soffrire da rinchiuderci nel guscio. Quindi la nostra mente tende a farci dimenticare proprio le esperienze che fanno più male, colorando di rosa i nostri ricordi più neri. Il rischio, però, è dimenticare gli errori e dimenticare gli errori ci espone alla possibilità di sbagliare di nuovo. Abbiamo bisogno perciò di un aiuto che la nostra ragione ha trovato nella Storia e che le nostre Comunità hanno reso concreto in alcuni segni. Le feste, le ricorrenze, i monumenti, i libri servono a questo: a ricordare di non dimenticare.
E poi c’è l’arte, che non parla alla mente ma urla direttamente al cuore, anche usando percorsi che, a prima vista, sembrano strani, come è il caso di questi “sassi”. Le chiamano “pietre d’inciampo” e la cosa curiosa è che da una “pietra d’inciampo” t’aspetti che sia fatta per farti cadere.
In realtà queste “pietre d’inciampo” sono fatte perché, ricordando, tu possa restare in piedi, sicuro nella memoria, evitando di scivolare nel vuoto, come fanno certi asini che ancora, purtroppo, si vedono in giro.
Giacomino Ricci

Quando pensiamo alle funzioni indispensabili alla sopravvivenza di ogni organismo ci vengono in mente elementi di natura puramente biologica: cibo, acqua, aria. È un dato di realtà. Ma al tempo stesso ogni essere vivente per poter esistere deve fare i conti un aspetto immateriale: la memoria. Non ci credete? Provate a pensare se domattina, svegliandovi, vi ritrovaste senza memoria. Il problema non sarebbe solo quello di indovinare chi siete e dove siete: si tratterebbe anche di dover capire tutto da capo: cosa è buono e cosa è cattivo, cosa si può mangiare e cosa no, come si parla, cosa sono la neve, la pioggia, le ortiche.
Ogni organismo vivente riesce a sopravvivere perché impara: dagli altri ma ancora di più dalle proprie esperienze e dai propri errori. Chi non impara non cresce. Infatti ogni organismo vivente è costruito per crescere e cresci solo nella misura in cui cambi e incontri il nuovo. La nostra natura è talmente orientata a cresce da essersi inventata un meccanismo di difesa per certi versi rischioso: se tenessimo a mente tutto, specialmente le esperienze più dolorose, probabilmente avremmo tanta paura di soffrire da rinchiuderci nel guscio. Quindi la nostra mente tende a farci dimenticare proprio le esperienze che fanno più male, colorando di rosa i nostri ricordi più neri. Il rischio, però, è dimenticare gli errori e dimenticare gli errori ci espone alla possibilità di sbagliare di nuovo. Abbiamo bisogno perciò di un aiuto che la nostra ragione ha trovato nella Storia e che le nostre Comunità hanno reso concreto in alcuni segni. Le feste, le ricorrenze, i monumenti, i libri servono a questo: a ricordare di non dimenticare.
E poi c’è l’arte, che non parla alla mente ma urla direttamente al cuore, anche usando percorsi che, a prima vista, sembrano strani, come è il caso di questi “sassi”. Le chiamano “pietre d’inciampo” e la cosa curiosa è che da una “pietra d’inciampo” t’aspetti che sia fatta per farti cadere.
In realtà queste “pietre d’inciampo” sono fatte perché, ricordando, tu possa restare in piedi, sicuro nella memoria, evitando di scivolare nel vuoto, come fanno certi asini che ancora, purtroppo, si vedono in giro.
Giacomino Ricci

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