di Valsaviore

MARIA TRANQUILLA BRIZIO- Testimone

VI RACCOMANDO…

“La sveglia alla mattina era alle sei e poiché mia mamma dava molta importanza alla scuola, la prima cosa che facevo era studiare.

Dopo la scuola si andava per legna e per «patüs» (foglie secche) nel bosco, poi ad aiutare nei campi, soprattutto se si aveva molta campagna, così da scambiare quello che si coltivava con altri generi alimentari, per poter mangiare o poter guadagnare del denaro. Avevo 14 anni quando ho cominciato ad andare a Cevo dal sarto Angelo Bazzana ad imparare il mestiere: ci andavo tutti i giorni a piedi, andata e ritorno, indossando degli zoccoli di legno e questo accadde per tre anni. Eravamo in tempo di guerra, partivo e rientravo sempre al buio e, oltre alla fatica del percorso, avevo molta paura perché ero una ragazza giovane e sola e sulla strada incontravo tanta gente. Poi dal 1943 hanno iniziato ad esserci i partigiani e per questo i tedeschi e i fascisti venivano spesso a fare i rastrellamenti in paese per cercarli e così la gente, quando loro arrivavano, si andava a nascondere per la paura perché facevano disastri e facevano «tribulare» …

Raccomando ai ragazzi che siano bravi in tutto e che preghino che non venga mai più la guerra, perché la guerra distrugge tutto. Chi non ha passato una guerra non può sapere cosa significhi, soprattutto una guerra che coinvolge tutto il paese. Solo chi ha vissuto può capire la fame e la distruzione. Vi raccomando che non venga mai più…in nessun paese”.

Maria Tranquilla Brizio

VI RACCOMANDO…

“La sveglia alla mattina era alle sei e poiché mia mamma dava molta importanza alla scuola, la prima cosa che facevo era studiare.

Dopo la scuola si andava per legna e per «patüs» (foglie secche) nel bosco, poi ad aiutare nei campi, soprattutto se si aveva molta campagna, così da scambiare quello che si coltivava con altri generi alimentari, per poter mangiare o poter guadagnare del denaro. Avevo 14 anni quando ho cominciato ad andare a Cevo dal sarto Angelo Bazzana ad imparare il mestiere: ci andavo tutti i giorni a piedi, andata e ritorno, indossando degli zoccoli di legno e questo accadde per tre anni. Eravamo in tempo di guerra, partivo e rientravo sempre al buio e, oltre alla fatica del percorso, avevo molta paura perché ero una ragazza giovane e sola e sulla strada incontravo tanta gente. Poi dal 1943 hanno iniziato ad esserci i partigiani e per questo i tedeschi e i fascisti venivano spesso a fare i rastrellamenti in paese per cercarli e così la gente, quando loro arrivavano, si andava a nascondere per la paura perché facevano disastri e facevano «tribulare» …

Raccomando ai ragazzi che siano bravi in tutto e che preghino che non venga mai più la guerra, perché la guerra distrugge tutto. Chi non ha passato una guerra non può sapere cosa significhi, soprattutto una guerra che coinvolge tutto il paese. Solo chi ha vissuto può capire la fame e la distruzione. Vi raccomando che non venga mai più…in nessun paese”.

Maria Tranquilla Brizio

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